Avviata una nuova fase di coprogettazione interistituzionale tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia per promuovere azioni volte a supportare una presa in carico innovativa degli anziani fragili over 65 e delle loro famiglie
TRIESTE – PORDENONE. Il “Protocollo di cooperazione transfrontaliera” elaborato all’interno del progetto CrossCare avvia una nuova fase di coprogettazione interistituzionale tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia per promuovere azioni volte a supportare una presa in carico innovativa degli anziani fragili over 65 e delle loro famiglie. Il documento è stato siglato nei giorni scorsi da Regione Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria, politiche sociali e famiglia, Cooperativa sociale Itaca (ente capofila di CrossCare), Azienda per l’Assistenza Sanitaria 5 Friuli Occidentale, Città di Sacile, Servizio Sociale dei Comuni Livenza Cansiglio Cavallo e Azienda pubblica di Servizi alla Persona ITIS di Trieste, mentre in Slovenia hanno firmato Obalni dom upokojencev Koper – Casa costiera del pensionato Capodistria, DEOS celostna oskrba starostnikov, Inštitut Republike Slovenije za socialno varstvo – IRSSV, Zdravstveni dom Koper – Casa della sanità di Capodistria.
Il Protocollo, che si inserisce nell’ambito del progetto “CrossCare – Approccio integrato transfrontaliero nella cura dell’anziano” co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale all’interno del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Slovenia, è ora alla firma di Residenza per anziani Giuseppe Francescon di Portogruaro, Regione del Veneto – Direzione servizi sociali, Azienda Unità Locale Socio Sanitaria n. 4 Veneto Orientale, Ministrstvo za delo, družino, socialne zadeve in enake možnosti – Ministero del lavoro, famiglia, affari sociali e pari opportunità della Repubblica di Slovenia, Socialna Zbornica Slovenije – Camera sociale di Slovenia.
La zona di confine italo-slovena rappresenta un territorio di confronto per la ricerca in ambito socio sanitario finalizzato all’individuazione di strategie comuni nella presa in carico dell’anziano fragile. L’invecchiamento progressivo della popolazione europea suggerisce di introdurre strategie di intervento e di presa in carico innovative che consentano una maggiore efficienza ed efficacia nella cura dell’anziano. La dimensione di cura domiciliare risulta, altresì, essere una delle risposte imprescindibili per rispondere con appropriatezza ai bisogni legati all’invecchiamento in un’ottica di evoluzione del sistema di welfare.
Sovente, le famiglie che affrontano problematiche legate all’invecchiamento dei propri cari si attivano autonomamente rivolgendosi al mercato informale. Ciò accade poiché i servizi ad oggi disponibili nei territori rispondono solo parzialmente ai loro reali bisogni, come anche all’orientamento nella ricerca delle risposte offerte sia dal settore pubblico, sia dal terzo settore e dal privato.
Per colmare questo gap e fornire alle famiglie risposte efficaci e servizi efficienti, il partenariato del progetto CrossCare ha redatto e condiviso un “Protocollo di cooperazione transfrontaliera” tra Italia – Friuli Venezia Giulia e Veneto – e Slovenia che, in un’ottica di coprogettazione interistituzionale, punta su un nuovo modello di presa in carico delle persone anziane in condizione di fragilità e delle loro famiglie.
Tra i punti di forza del Protocollo il ruolo delle strutture residenziali per anziani italiane e slovene, che vengono ad assumere un ruolo di riferimento territoriale per ciò che concerne l’intervento preventivo nell’ambito della progressione delle fragilità e delle disabilità legate all’invecchiamento.
Il Protocollo transfrontaliero riconosce alle strutture residenziali per anziani un ruolo di primo piano, in quanto già socialmente riconosciute come luogo di riferimento, dotate di equipe multiprofessionali specializzate nell’assistenza e nella cura, con un know-how già orientato alla presa in carico individualizzata ed alla pianificazione di interventi personalizzati, già storicamente integrate con la rete dei servizi socio sanitari territoriali e con una offerta differenziata di attività e di interventi tra loro complementari e validati, che possono essere agevolmente ed efficacemente esportati anche in ambito territoriale.
Le strutture residenziali per anziani coinvolte hanno attuato una sperimentazione del modello transfrontaliero di presa in carico dell’anziano fragile, che prevedeva l’attivazione in ognuna di un Punto di servizio anziani-PSA, coordinato e gestito da un care manager appositamente formato. La sperimentazione ha dimostrato che il PSA e il care manager sono parte fondamentale del modello e del Protocollo: il PSA, in quanto luogo primario di interlocuzione per gli anziani e i loro familiari, riveste un ruolo di supporto e di raccordo con i servizi sociali e sanitari del territorio, e con questi ultimi ha attivato una nuova forma di collaborazione che ha contribuito in maniera determinante alla presa in carico globale dell’anziano fragile e ad evitare una risposta d’intervento frammentata e settoriale; il care manager in quanto facilitatore, assieme all’equipe multiprofessionale, nella definizione del progetto personalizzato, della sua verifica e della sua valutazione.
La sottoscrizione del Protocollo prevede una cooperazione tra i partner di CrossCare, i soggetti istituzionali ed eventuali altri soggetti pubblici e privati fondata anche attraverso le modalità sperimentate dal progetto. Tra i punti focali del documento il miglioramento e potenziamento della capacità del sistema dei servizi territoriali ad accogliere il bisogno di aiuto dell’anziano fragile, accompagnandolo nella scelta del servizio più appropriato alle sue esigenze, attraverso l’istituzione del PSA, collocato strategicamente all’interno delle residenze per anziani; il riconoscimento della figura professionale del care manager, operante nei PSA, come mediatore delle azioni; il coinvolgimento delle istituzioni e degli stakeholder nell’ambito di un tavolo transfrontaliero di confronto permanente, che si impegni a discutere e a delineare le linee di indirizzo e le politiche verso una maggior attenzione alla “presa in carico domiciliare”, per far fronte alle sfide di una popolazione che invecchia in un sistema, allo stato attuale, inadeguato a garantire efficaci risposte ai bisogni; la promozione da parte delle istituzioni di politiche di inclusione delle tematiche sociali legate all’anzianità all’interno dei programmi di finanziamento regionali, nazionali ed europei.
Fabio Della Pietra
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