
Uno scorcio dell’Assemblea a Pasian di Prato con Livio Nanino, neo presidente Legacoop Fvg, Renato Cinelli, presidente del Collegio sindacale, e Orietta Antonini, riconfermata presidente di Itaca sino al 2021
La scelta di rispondere a tutti i bisogni del territorio, l’attenzione ai soci e alle donne tra innovazione sociale, relazioni e contaminazioni per un welfare sostenibile, accogliente e universale
PORDENONE – Il bilancio numero 26 della Cooperativa sociale Itaca è uno dei migliori di sempre, con un fatturato che tocca i 48 milioni di euro e il più 7,6% rispetto all’anno precedente, e che si traduce in oltre 3,4 milioni di euro di aumento. Cresce l’occupazione che segna + 4,5% di incremento con un numero di addetti che sfiora i 2.000. Ma le notizie positive non si fermano qui perché il bilancio segna un utile gestionale che come l’anno scorso supera 1 milione di euro, un risultato che consente alla Cooperativa Itaca di destinare direttamente in busta paga ai soci un ristorno complessivo superiore a 400 mila euro, a cui se ne sono aggiunti altrettanti per miglioramenti economici riservati alle socie e ai soci.
Orietta Antonini, riconfermata alla presidenza del CdA per il triennio 2019-21
“E’ un risultato frutto di scelte e visioni che ancora oggi ci caratterizzano – afferma Orietta Antonini, riconfermata alla presidenza del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2019-21 -, come il mantenimento del nucleo prevalente delle nostre attività in Friuli Venezia Giulia, che concentra più dell’80% del fatturato, unitamente alla scelta di rispondere a tutti i bisogni del territorio; da tale scelta deriva l’ampiezza qualitativa e quantitativa delle tipologie di servizi e contratti gestiti e la possibilità di attivare percorsi di innovazione sociale, alcuni dei quali con annessi investimenti patrimoniali”.
“L’opportunità di dare concretezza alle nostre aspirazioni – prosegue la presidente Antonini – è naturalmente accompagnata da pazienti e rigorose politiche di contenimento delle spese, soprattutto indirette, di rafforzamento patrimoniale e finanziario, di investimenti umani prima che patrimoniali, orientati verso la formazione e verso le relazioni con le comunità di riferimento. Di questa visione ciò che più ci sta a cuore non è tanto e solo un risultato ma procedere collettivamente, fedeli al fatto che la Cooperativa Itaca è un’organizzazione democratica, aperta, che attraverso l’azione imprenditoriale persegue lo sviluppo sociale”.
I numeri
Il bilancio al 31 dicembre 2018 presenta in termini di sviluppo e redditualità una delle migliori performance di sempre. I numeri, approvati prima durante le sette Assemblee separate territoriali (Aviano, Conegliano, Fagagna, Fiume Veneto, Gemona del Friuli, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro) e poi il 28 maggio a Pasian di Prato (Ud) dall’Assemblea generale dei delegati, parlano chiaro.
Il fatturato sale a 48,1 milioni di euro, in aumento del 7,6% rispetto al 2017, mentre il patrimonio netto aziendale cresce del 9,3% e si attesta a 7,3 milioni di euro. Risultati eccezionali che registrano il rafforzamento del patrimonio sociale della Cooperativa Itaca, unitamente ad un utile gestionale di oltre 1,1 milioni di euro da cui è stato dedotto il ristorno ai soci in busta paga di € 430 mila euro. Da evidenziare che, a partire dall’esercizio 2009, la Cooperativa sociale friulana ha riconosciuto ai soci – come scambio mutualistico – ristorni complessivi che hanno superato il milione e mezzo di euro
L’occupazione aumenta del 4,5% per un numero complessivo pari a 1979 addetti al 31 dicembre 2018, una forza lavoro all’83% al femminile, con il 62% di soci lavoratori che aumentano del 4,7%. In crescita anche il numero medio di lavoratori impegnati che da 1870 nel 2017 sale a 1954 nel 2018. Sul piano dell’efficienza organizzativa, la gestione di un universo di lavoratori e servizi così diffuso richiede investimenti costanti, che non sono mai mancati, anche verso l’attività formativa, sulla sicurezza e professionalizzante. Sono stati 209 i corsi di formazione (sia professionalizzanti, sia sulla sicurezza) progettati e svolti che hanno coinvolto più di 1700 soci e lavoratori.
“Più rilevante del fatturato – sottolinea la presidente Antonini – è l’evidente desiderio che ancora muove le nostre azioni di cercare il confronto, di promuovere nuove modalità di servizi, di ascoltare e raccontare, di fare con: probabilmente è questo il modello di innovazione a cui aspirare. La nostra rete di servizi, utenti, famiglie, istituzioni pubbliche e private, partnership e collaborazioni, assume una rilevanza fondamentale per ripensare ad un welfare sostenibile, accogliente e universale. Il conteggio più raffinato dei beneficiari dei nostri servizi ha registrato quasi 33mila utenti a fine anno (in circa 200 servizi) di cui 25mila giovani e i restanti 8mila minori, disabili e anziani (di cui la metà circa seguiti individualmente)”.
Ai dati positivi, che avvalorano il modello cooperativo, si affiancano le debolezze derivanti da un “contesto che non valorizza sufficientemente i servizi e l’occupazione nei servizi di cura. La presenza di affidamenti quantitativamente e temporalmente limitati (ma che richiedono professionalità elevate) e senza alcuna certezza di prosieguo, la mancanza di programmazione nei percorsi di insegnamento delle professioni di cura (operatori assistenziali, educatori, personale sanitario), la verticalizzazione di genere del ‘settore’ che vede una presenza preminente di donne, con le relative esigenze di conciliazione, unitamente ad una oggettiva conformazione territoriale che pretende interventi molto diffusi, sono questioni che impegnano quotidianamente tutti i livelli dell’organizzazione. Temi peraltro – conclude Orietta Antonini – oggetto di un rinnovato e positivo confronto con la Regione Fvg che ha attivato importanti tavoli tematici, riferiti sia agli affidamenti e alle procedure di accreditamento di servizi ad alta integrazione sociosanitaria, sia alla formazione e qualificazione del personale”.
A cura di Fabio Della Pietra